Tratto sempre dal libro di David Icke: "Il risveglio del leone. Umanità mai più in ginocchio".
Parte II (Qui la Parte I)
Parte II (Qui la Parte I)
Quando esco a passeggiare, spesso ascolto la musica di Bonnie Tyler. Tra tutte le canzoni che ha interpretato ce n'é una che si intitola: Holding out for a hero (Alla ricerca di un eroe). Il ritornello dice: "Ho bisogno di un eroe, sono alla ricerca di un eroe fino alla fine della notte". E' un brano bellissimo, ma ogni volta che lo ascolto mi viene in mente la più grande minaccia alla libertà umana: la popolazione va alla ricerca di un eroe. Quando lo facciamo, la "fine della notte" si presenta come un teppista in uniforme che bussa alla tua porta e ti chiede i documenti. Di eroi neanche l'ombra. Ecco come il dizionario definisce il termine di eroe:
1. Nella mitologia e nelle leggende, un uomo, spesso di stirpe divina, dotato di grande forza e coraggio, celebrato per le sue audaci imprese e favorito dagli dei.
2. Una persona divenuta celebre per aver compiuto gesta di coraggio o caratterizzate da una nobiltà di intenti, e specialmente che ha messo a repentaglio o sacrificato la propria vita.
Be', questo è ciò che riporta il dizionario, ma vorrei offrire un'altra definizione di "eroe". Siete voi. Sì quel piccolo VOI che si chiede: "Cosa posso fare?". Potenzialmente siamo tutti noi. Apparteniamo a una stirpe divina, poiché noi siamo Uno; siamo dotati di grande forza e coraggio che aspettano solo di essere attivati; e possiamo dedicare completamente noi stessi ad azioni caratterizzate da "nobiltà di intenti". Basta scegliere di farlo.
Perché l'eroe deve sempre essere qualcun'altro? Il famoso "Tank Man" (L'uomo del carrarmato, il rivoltoso sconosciuto) ... dimostrò simbolicamente (e per alcuni minuti anche letteralmente) cosa può essere fatto quando abbiamo il coraggio di dire "No. Basta". Ma quello era un uomo soltanto, e ci saranno sempre uomini e donne che prenderanno posizione per ciò in cui credono, indipendentemente dalle conseguenze. La Coscienza non china il capo davanti alle conseguenze, perché esse non fanno parte dello stesso processo percettivo. Tutto ciò che conta è fare la cosa giusta. Quando lasciamo che in queste circostanze entrino in gioco le conseguenze, la libertà ne risulta sempre perdente, ogni volta. "Io farei quello che è giusto... ma..." Quel "ma" mette il potere nelle mani di coloro che ci stanno schiavizzando. BASTA CON I DANNATI "MA", BASTA CON LE DANNATE